IDENTITÀ

PiiiL CULTURA IN PUGLIA, Piano Strategico della Cultura della Regione Puglia

Le sagre, i libri, le tradizioni, i riti, ma anche i parchi, i percorsi storico-artistici, i cammini, le piazze: tutto parla di noi e indica la storia di una comunità che si è formata attraverso i secoli, costituendo una solida identità che va rafforzata e sviluppata, attraverso la valorizzazione di luoghi e momenti catalizzatori della memoria comune. La memoria – scrive Nietzsche – è differente dalla storia perché è selettiva: moltiplica i sensi degli eventi e crea discontinuità significative, adattando gli spazi della comunità a un’antropizzazione naturale e sociale.
La Puglia, terra di confine e ponte naturale verso il Mediterraneo, ritrova la propria identità comune riconoscendo e valorizzando la diversità delle culture, sviluppando progetti di politica culturale dell’interdipendenza che creino condizioni di accoglienza, incontro e dialogo.

RELATORE

Alessandro Leogrande

Scrittore, vicedirettore del mensile «Lo straniero»

Nato a Taranto nel 1977, vive a Roma. È vicedirettore del mensile “Lo straniero”, editorialista del “Corriere del Mezzogiorno” e di “Internazionale” ed è tra i conduttori di “Wikiradio” su Radio 3. Ha collaborato con “il manifesto”, “l’Unità”, “il Riformista”, “Rassegna sindacale”, “Panorama”, “il Venerdì di Repubblica”, “Nuovi Argomenti”, “Alfabeta2”. Per il settimanale “Pagina 99” ha curato l’inserto “Fuoribordo” dedicato al long-form journalism.

Tra i suoi libri: Nel paese dei viceré. L’Italia tra pace e guerra (L’ancora del Mediterraneo, 2006), Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (Mondadori, 2008; nuova edizione Universale economica Feltrinelli 2016; con cui ha vinto il Premio Napoli – Libro dell’Anno, il Premio della Resistenza Città di Omegna, il Premio Sandro Onofri e il Premio Biblioteche di Roma), Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (Fandango, 2010), Fumo sulla città (Fandango, 2013). Con Feltrinelli ha pubblicato, inoltre, Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (2011; premi Volponi e Kapuściński), da cui è stata tratta l’opera Katër i Radës, che ha debuttato alla Biennale Musica di Venezia nel 2014 (musica di Admir Shkurtaj, libretto di Alessandro Leogrande, regia di Salvatore Tramacere, produzione Cantieri Koreja di Lecce), e, nella collana digitale Zoom, Adriatico (2011). Il suo ultimo libro, pubblicato sempre da Feltrinelli, è La frontiera (2015; premio Pozzale Luigi Russo, finalista Premio Terzani).

Ha curato le antologie Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l’orientamento (con Goffredo Fofi; L’ancora del Mediterraneo, 2002) e Ogni maledetta domenica. Otto storie di calcio (minimum fax, 2010). Ha inoltre curato il volume Trois Agoras Marseille. Art du geste dans le Méditerranée di Virgilio Sieni (Maschietto editore 2013) e la raccolta in edizione italiana degli scritti giornalistici di Rodolfo Walsh (Il violento mestiere di scrivere, La nuova frontiera 2016).

Recita un antico proverbio arabo: “Beato colui che riesce a dare ai propri figli ali e radici”.

L’identità non è fatta solo di radici, ma anche di ali. Non solo di passato, ma anche di futuro. Non solo di memoria, ma anche di progetto. Ripensare la propria identità non vuol dire solo voltarsi indietro, verso il già fatto, il già dato, il già esperito, ma – soprattutto – fissare lo sguardo avanti. Ogni identità che si nutre di steccati e paradigmi esclusivisti ha vita breve. Al contrario, l’identità pugliese è un’identità stratificata, meticcia, aperta, plurale capace di afferrare all’interno di sé stessa il meglio di sé quando si è confrontata con le altre sponde del Mediterraneo, quando ha fatto tesoro delle proprie diversità, del proprio policentrismo regionale.

Oggi questa stratificazione va traghettata nel XXI secolo. E perché non rimanga un fossile, un insieme di nozioni prestabilite, va costantemente rinnovata, reinventata. Con i nostri sguardi, con i nostri linguaggi.